Author: Luke Sholl
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Con oltre un decennio di esperienza come scrittore in ambito di CBD e cannabinoidi, Luke è un giornalista affermato, nonché il principale autore di articoli per Cibdol ed altre pubblicazioni a tema cannabis. Sempre impegnato a presentare contenuti autentici, basati su prove reali, ha esteso il suo interesse per il CBD ai settori del fitness, della nutrizione e della prevenzione delle malattie.
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Narcolessia: Sintomi, Cause e Trattamento

La narcolessia è un disturbo che interferisce significativamente in molti aspetti della vita quotidiana, ostacolando il lavoro e causando un forte stress alla persona malata, ed ai suoi amici e familiari. Proseguite la lettura per scoprire cos'è esattamente la narcolessia e come trattare questo disturbo cronico del sonno.

Cos'è la narcolessia?

Anche se rara, la narcolessia[1] è una malattia neurologica cronica, caratterizzata da episodi di sonno, o stanchezza, improvvisi ed incontrollati. Non riuscendo a controllare il ritmo sonno-veglia, il cervello attiva la fase REM ripetutamente e senza preavviso. Di conseguenza, la qualità della vita di chi soffre di narcolessia risulta notevolmente compromessa. La patologia può impedire l'attività lavorativa, la partecipazione ad eventi sociali e persino la guida di veicoli.

Molti casi di narcolessia si manifestano durante l'adolescenza, con attacchi di sonnolenza suddivisi in due categorie: il tipo 1 ed il tipo 2. A differenza del secondo, il primo è accompagnato da una perdita del tono muscolare (cataplessia). Un'altra insolita peculiarità della narcolessia riguarda il potenziale fattore in grado di scatenare la sonnolenza improvvisa: l'emozione. Ogni emozione intensa, come l'euforia, la gioia, la rabbia o la frustrazione, può far emergere o aggravare i sintomi della narcolessia.

Diagnosticare la narcolessia

Nei casi gravi, la narcolessia può essere diagnosticata con relativa facilità, ma alcuni sintomi possono essere associati anche ad altri disturbi neurologici. Per questo motivo, i medici potrebbero sottoporre il paziente ad ulteriori test ed analisi. Uno dei sintomi specifici della narcolessia è la cataplessia, l'involontaria perdita di tono muscolare.

I due esami più utilizzati per diagnosticare la malattia sono la polisonnografia (PSG) ed il test di latenza multipla del sonno (MSLT). La PSG consente di monitorare cervello, muscoli ed attività oculare durante il sonno. Il test MSLT registra gli episodi di sonno REM del paziente.

Sfortunatamente, non esiste una cura per la narcolessia, soprattutto perché medici e specialisti non hanno ancora individuato con certezza le cause di questa condizione. Ad ogni modo, è incoraggiante sapere che alcuni farmaci e modifiche allo stile di vita possano contribuire ad alleviare i sintomi. Approfondiremo tale aspetto più dettagliatamente, nei paragrafi successivi.

Sintomi della narcolessia

I sintomi della narcolessia più comuni sono la sonnolenza ed il sonno improvviso. Tuttavia, la patologia può manifestarsi in modo diverso da persona a persona, inducendo anche:

• Cataplessia: Improvvisa perdita di tono e forza muscolare. Di solito emerge dopo un attacco di sonnolenza, e può coinvolgere i muscoli di tutto il corpo, inclusi quelli del viso.

• Paralisi nel sonno (paralisi ipnagogica): La paralisi nel sonno è caratterizzata da una temporanea incapacità di muoversi o parlare, pur essendo svegli e coscienti. È uno dei sintomi più traumatici per il paziente narcolettico. Si manifesta principalmente quando il soggetto sta per addormentarsi, o si è appena svegliato, ed ogni episodio può durare da alcuni secondi a diversi minuti.

• Insonnia: Annoverare l'insonnia nella lista dei sintomi di narcolessia può sembrare bizzarro, ma è importante sottolineare che la patologia non provoca solamente un addormentamento improvviso. La narcolessia è caratterizzata da una sostanziale interruzione del ciclo sonno-veglia, pertanto alcuni pazienti hanno difficoltà ad addormentarsi durante la notte.

Allucinazioni ipnopompiche: Come la paralisi nel sonno, le allucinazioni causate dalla narcolessia emergono generalmente quando il paziente si addormenta o al suo risveglio. Le allucinazioni risultano spesso realistiche e terrificanti.

• Comportamenti automatici: Chi soffre di narcolessia potrebbe continuare a svolgere le attività quotidiane, anche mentre sta sperimentando un episodio di sonnolenza. Le prestazioni risultano quasi sempre limitate e spesso l'individuo non riesce a ricordare cosa sia successo pochi secondi prima. Di solito, i comportamenti automatici riguardano solamente le attività di routine, come guidare un'auto, scrivere o fare la spesa.

Cause della narcolessia

Probabilmente, l'aspetto più scoraggiante della narcolessia è l'incapacità di determinarne le potenziali cause o i fattori scatenanti. Gli scienziati hanno notato che quasi tutti gli individui affetti da narcolessia presentano una carenza congenita dell'ormone oressina. Questa molecola, chiamata anche ipocretina, svolge un ruolo essenziale nella regolazione del ciclo sonno-veglia, dell'appetito, dell'eccitazione e di altri comportamenti.

Gli esperti sanno che, nei pazienti narcolettici, i livelli di oressina sono esageratamente bassi, ma non riescono ad individuare l'origine di tale carenza. La causa più probabile risiederebbe in un danneggiamento dei neuroni responsabili della produzione di oressina. Tuttavia, non è ancora chiaro come mai tale disfunzione si manifesti esclusivamente in determinati soggetti.

Le possibili cause della narcolessia includono:

• Danneggiamento dei neuroni che producono oressina (solitamente causato da stress psicologico, influenza suina o altre gravi infezioni)
• Malattie autoimmuni
• Predisposizione genetica alla narcolessia
• Trauma cerebrale

Come trattare la narcolessia

Sebbene non sia possibile trattare una patologia dalle cause sconosciute, i pazienti narcolettici possono adottare alcune strategie per migliorare la qualità della loro vita. L'efficacia di ciascun trattamento può variare, in base allo stile di vita dell'individuo e alla gravità della narcolessia. Ad ogni modo, le terapie potenzialmente utili includono:

Stimolanti ed inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina(SSRI)

Entrambi i farmaci vengono prescritti per gestire gli impatti secondari della malattia. Gli stimolanti possono mantenere il paziente sveglio durante il giorno, e contribuire a ripristinare un corretto ritmo sonno-veglia. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina intervengono sui disturbi dell'umore legati alla patologia: spesso, chi soffre di narcolessia tende a sviluppare depressione o ansia.

Modifiche allo stile di vita

Molte persone affette da narcolessia decidono di strutturare la propria vita in modo diverso, per evitare incidenti o lesioni durante gli episodi di sonnolenza improvvisa. Nello specifico, i pazienti possono contrastare il senso di stanchezza durante il giorno facendo dei sonnellini ad orari prestabiliti, seguire un ritmo sonno-veglia regolare, evitare di assumere caffeina dopo mezzogiorno e svolgere attività rilassanti prima di coricarsi.

Inoltre, è consigliabile svolgere attività fisica regolarmente, per evitare un eccessivo aumento di peso. I soggetti narcolettici spesso hanno difficoltà a mantenere il proprio peso forma e ciò può causare ulteriori complicazioni.

Il CBD può contribuire a trattare la narcolessia?

Come molti altri trattamenti esistenti, il CBD non interviene direttamente sulla narcolessia, ma potrebbe influire su determinati sintomi o effetti secondari. Tra tutti i sintomi della narcolessia, l'interazione più studiata è quella tra CBD e insonnia.

Un'indagine congiunta tra alcune rinomate università ha evidenziato l'impatto del CBD su sonno ed ansia[2]. I ricercatori hanno dichiarato che è necessario svolgere ulteriori “studi clinici controllati”, ma le loro scoperte potrebbero rivelarsi decisive per chi soffre di narcolessia ed altri disturbi del sonno. Il CBD è privo di tossicità, ed i suoi eventuali effetti avversi[3] sono generalmente leggeri e ben tollerati. Questa molecola rappresenta quindi un'interessante alternativa, insieme ai trattamenti tradizionali citati in precedenza.

L'unico inconveniente riguarda la potenziale interazione tra il CBD ed altri farmaci, inclusi SSRI e stimolanti. Il cannabidiolo può alterare l'emivita di questi medicinali, quindi è essenziale consultare un medico per determinare le ripercussioni di tale combinazione. Seguendo le indicazioni di uno specialista, sarà possibile superare gli ostacoli imposti dalla narcolessia e continuare a svolgere le proprie attività preferite.

A tal proposito, vi invitiamo a scoprire il vasto assortimento di integratori della Cibdol, nell'apposita sezione dedicata al sonno. Per maggiori informazioni sulle molecole neurochimiche coinvolte nel processo fisiologico del sonno, e per comprendere l'impatto del sonno sul benessere fisico e mentale, consultate la nostra Enciclopedia CBD.

Fonti

[1] NHS choices. https://www.nhs.uk/conditions/narcolepsy/. Pubblicato nel 2019. Consultato l'8 dicembre 2021. [Fonte]

[2] Shannon S, Lewis N, Lee H, Hughes S. Cannabidiol in anxiety and sleep: A large case series. The Permanente journal. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6326553/. Pubblicato nel 2019. Consultato l'8 dicembre 2021. [Fonte]

[3] Who | cannabidiol critical review. https://cdn.who.int/media/docs/default-source/controlled-substances/whocbdreportmay2018-2.pdf. Pubblicato nel 2018. Consultato il 1 dicembre 2021. [Fonte]

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