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Estratto da uno degli alberi viventi più antichi del mondo, il ginkgo biloba è un integratore a base di erbe incredibilmente diffuso ed utilizzato in tutto il mondo. C’è molto da scoprire nella sua lunga storia, quindi parliamo subito della versatilità di utilizzo di questo integratore molto venduto.
Il Ginkgo biloba è un integratore alimentare vegetale estratto dalle foglie essiccate dell’albero del ginkgo.[1] Ciò che rende la specie Ginkgo biloba piuttosto straordinaria è la sua storia. Molte persone considerano quest’albero un “fossile vivente”, a causa della sua vita incredibilmente lunga e dei legami con specie simili che esistevano circa 170 milioni di anni fa. Si ritiene che alcuni esemplari in Cina abbiano più di 2.500 anni e che raggiungano un’altezza di oltre 40 metri. Il Ginkgo biloba è quindi una delle specie più resistenti del pianeta.
La lunga storia dell’albero di ginkgo è anche uno dei motivi principali per cui gli integratori con Ginkgo biloba sono così popolari. È diventato infatti un pilastro nelle culture di tutto il mondo, dimostrando i suoi benefici lentamente ma inesorabilmente nel corso dei suoi molti anni di esistenza. La sua più notevole presenza si trova nella medicina tradizionale cinese, che utilizza le foglie essiccate per vari scopi olistici e per supportare la funzione cognitiva.
Prima di addentrarci negli effetti specifici del Ginkgo biloba, dobbiamo esaminare come il suo estratto influisca sul benessere psicofisico in generale. L’albero è ricco di flavonoidi e terpenoidi (ginkgolidi e bilobalide), che sono potenti antiossidanti. Ciò che rende cruciali gli antiossidanti per la salute umana riguarda principalmente il loro impatto sui radicali liberi.
I radicali liberi sono essenzialmente atomi instabili che viaggiano all’interno del corpo umano, danneggiando le cellule. Essendo altamente reattivi, i radicali liberi contribuiscono all’invecchiamento, allo stress ossidativo, alle malattie ed altro ancora. Ma gli antiossidanti possono effettivamente “spegnere” i radicali liberi cedendo loro alcuni dei propri elettroni.
Non comprendiamo ancora appieno la portata dell’interazione tra antiossidanti e radicali liberi, o come sfruttarla al meglio. Tuttavia, qualsiasi sostanza in grado di ridurre l’impatto dei radicali liberi potrebbe potenzialmente giovare al nostro benessere.
Quindi, che cosa ha aiutato gli integratori a base di Ginkgo biloba a restare sempre ai primi posti nelle vendite? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo guardare i risultati della scienza in merito agli ipotizzati effetti del ginkgo. Qui di seguito è riportato un riepilogo generale delle aree più promettenti.
L’impatto del Ginkgo biloba su disturbi cognitivi come il morbo di Alzheimer è una delle aree con il maggior numero di ricerche ma, nonostante l’interesse scientifico, i risultati sembrano contrastanti. Alcuni studi suggeriscono infatti che il ginkgo abbia un impatto benefico, mentre altri ne contestano l’efficacia.
Questi risultati potrebbero non dimostrare che il ginkgo non abbia alcun effetto, ma che eserciti solo un impatto limitato negli individui sani. Una meta-analisi del 2012 non ha rilevato “effetti positivi accertabili” del Ginkgo biloba in individui sani, ma altri tre studi suggeriscono che “possa fornire alcuni benefici cognitivi” in particolare nei pazienti con morbo di Alzheimer.[2],[3],[4]
Non si può negare il forte impatto negativo dell’infiammazione cronica, quindi vale la pena esplorare qualsiasi sostanza che possa risultare benefica. A tal fine, uno studio del 2008 condotto da ricercatori statunitensi su modelli animali mette in evidenza alcuni interessanti meccanismi d’azione che riguardano il Ginkgo biloba ed i marcatori di un'infiammazione.[5]
Lo studio rileva che uno specifico estratto di Ginkgo biloba (EGb 761) può influenzare i marcatori iNOS e COX-2 associati alla colite ulcerosa. Dato che i ricercatori riconoscono il potenziale utilizzo di EGb 761 come strategia complementare, rimane una priorità assoluta per gli studi futuri la disponibilità di estratti di ginkgo standardizzati e l’isolamento dei suoi specifici composti.
Un’altra area promettente per la ricerca è incentrata sull’estratto di Ginkgo biloba 761 (EGb 761) contro disturbi dell’umore come l’ansia. In uno studio controllato con placebo della Klinik für Psychiatrie und Psychotherapie, i ricercatori osservano che non solo EGb 761 ha prestazioni significativamente migliori rispetto al placebo, ma che “risulta sicuro e ben tollerato”.[6]
Un altro studio ha raggiunto risultati simili esaminando l’impatto del Ginkgo biloba su vari disturbi psichiatrici. I ricercatori hanno quindi evidenziato “le potenzialità dell’utilizzo di EGb 761, da solo o combinato con gli attuali trattamenti farmacologici”.[7]
È utile conoscere anche i potenziali effetti collaterali del ginkgo. Innanzitutto, dobbiamo sottolineare che, mentre l’estratto di ginkgo essiccato appare ben tollerato, non si può dire lo stesso per i semi e le foglie. Entrambe queste parti del ginkgo risultano infatti tossiche per l’uomo e perciò dovresti evitare del tutto la loro assunzione.
Pur escludendo il consumo diretto di parti dell’albero di ginkgo, resta il fatto che anche l’estratto secco presenta alcuni potenziali effetti collaterali:
• Mal di testa
• Vomito o nausea
• Diarrea
• Vertigini
Un’altra interazione degna di nota si trova tra ginkgo e viscosità del sangue. Si consiglia di evitare di consumare l’estratto di Ginkgo biloba a chi soffre di disturbi della coagulazione o sta assumendo farmaci che alterano la coagulazione del sangue. Naturalmente, in caso di dubbi si dovrebbe sempre discutere dell’assunzione di un nuovo integratore con un medico od un professioinista nel settore della salute per ricevere consigli specifici.
La ricerca sul dosaggio del Ginkgo biloba è limitata e quindi non ci sono linee guida specifiche. Se decidi di assumere integratori a base di ginkgo, è meglio seguire i consigli del produttore, iniziando con una dose bassa ed aumentandola gradualmente mentre osservi come ti senti. Un’altra considerazione importante è il tipo di integratore che si usa.
Il Ginkgo biloba è disponibile in capsule, polvere, compresse, estratti e tè pronti per l’infusione. Ciascuna delle diverse forme presenta differenti concentrazioni e livelli di biodisponibilità, quindi dovresti adattare di conseguenza il loro dosaggio.
Ricorda che nessuna delle forme evidenziate sopra è superiore ad altre, ma risulta utile abbinare i benefici di un determinato prodotto con lo specifico stile di vita e con le particolari esigenze di benessere.
Se stai assumendo integratori di ginkgo per scopi di benessere generale, dovresti mirare a consumare una dose costante insieme alla tua routine di integratori pre-esistente.
Se stai cercando di soddisfare una particolare esigenza di benessere, dovresti cercare di prendere l’estratto di ginkgo da 1 a 4 ore prima che sia necessario. Quasi tutte le forme di integratori di ginkgo devono essere assorbite dal sistema digestivo prima che i principi attivi possano iniziare a circolare nel nostro corpo.
Il Ginkgo biloba è un integratore a base di erbe. Questo significa che non è soggetto alle stesse restrizioni e controlli di qualità delle sostanze regolamentate. Per assicurarti la migliore esperienza possibile, acquista sempre i prodotti di Ginkgo biloba da un fornitore affidabile che pubblica un elenco completo degli ingredienti. Sebbene il ginkgo appaia ben tollerato, esiste una maggiore possibilità che i prodotti di bassa qualità possano contenere sostanze indesiderate o dannose.
I benefici per il benessere offerti da quest’albero restano ancora sotto indagine, ma data la prevalenza degli integratori con Ginkgo biloba e la loro sinergia con altri ingredienti naturali, non c’è dubbio che valga la pena di condurre ulteriori ricerche per esaminarne l’effetto sul benessere fisico e mentale.
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[1] Ginkgo. National Center for Complementary and Integrative Health. https://www.nccih.nih.gov/health/ginkgo. Pubblicato nel 2020. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[2] Canevelli M, Adali N, Kelaiditi E, Cantet C, Ousset P-J, Cesari M. Effects of Gingko biloba supplementation in Alzheimer’s disease patients receiving cholinesterase inhibitors: Data from the ictus study. Phytomedicine. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0944711314000257. Pubblicato il 16 febbraio 2014. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[3] Kanowski S; Herrmann WM; Stephan K; Wierich W; Hörr R; S. Proof of efficacy of the Ginkgo biloba special extract EGB 761 in outpatients suffering from mild to moderate primary degenerative dementia of the Alzheimer type or multi-infarct dementia. Pharmacopsychiatry. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8741021/. Pubblicato il 1996. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[4] Yang G; Wang Y; Sun J; Zhang K; Liu J; G. Ginkgo biloba for mild cognitive impairment and Alzheimer's disease: A systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Current topics in medicinal chemistry. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26268332/. Pubblicato il 2016. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[5] Kotakadi VS, Jin Y, Hofseth AB, et al. Ginkgo biloba extract EGB 761 has anti-inflammatory properties and ameliorates colitis in mice by driving effector T cell apoptosis. Carcinogenesis. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2527648/. Pubblicato nel settembre 2008. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[6] R; WHAKHKMH. Ginkgo biloba special extract EGB 761 in generalised anxiety disorder and adjustment disorder with anxious mood: A randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Journal of psychiatric research. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16808927/. Pubblicato nel 2006. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[7] P; MPR-SERCR. Ginkgo biloba extract 761: A review of Basic Studies and potential clinical use in psychiatric disorders. CNS & neurological disorders drug targets. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25642989/. Pubblicato nel 2015. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[1] Ginkgo. National Center for Complementary and Integrative Health. https://www.nccih.nih.gov/health/ginkgo. Pubblicato nel 2020. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[2] Canevelli M, Adali N, Kelaiditi E, Cantet C, Ousset P-J, Cesari M. Effects of Gingko biloba supplementation in Alzheimer’s disease patients receiving cholinesterase inhibitors: Data from the ictus study. Phytomedicine. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0944711314000257. Pubblicato il 16 febbraio 2014. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[3] Kanowski S; Herrmann WM; Stephan K; Wierich W; Hörr R; S. Proof of efficacy of the Ginkgo biloba special extract EGB 761 in outpatients suffering from mild to moderate primary degenerative dementia of the Alzheimer type or multi-infarct dementia. Pharmacopsychiatry. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/8741021/. Pubblicato il 1996. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[4] Yang G; Wang Y; Sun J; Zhang K; Liu J; G. Ginkgo biloba for mild cognitive impairment and Alzheimer's disease: A systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Current topics in medicinal chemistry. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26268332/. Pubblicato il 2016. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[5] Kotakadi VS, Jin Y, Hofseth AB, et al. Ginkgo biloba extract EGB 761 has anti-inflammatory properties and ameliorates colitis in mice by driving effector T cell apoptosis. Carcinogenesis. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2527648/. Pubblicato nel settembre 2008. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[6] R; WHAKHKMH. Ginkgo biloba special extract EGB 761 in generalised anxiety disorder and adjustment disorder with anxious mood: A randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Journal of psychiatric research. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16808927/. Pubblicato nel 2006. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]
[7] P; MPR-SERCR. Ginkgo biloba extract 761: A review of Basic Studies and potential clinical use in psychiatric disorders. CNS & neurological disorders drug targets. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25642989/. Pubblicato nel 2015. Consultato il 10 maggio 2022. [Fonte]