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Please insert a search term in the input field. If you have any question please contact usIl CBCA funge da precursore chimico del CBC, uno degli oltre 100 cannabinoidi creati nella pianta di cannabis. Poche ricerche hanno esplorato il pieno potenziale del CBCA, ma la molecola porta con sé grandi promesse per il futuro della scienza dei cannabinoidi, proprio come altri membri di questa vasta e complessa famiglia chimica.
Più specificamente classificato come acido cannabinoidico, il CBCA (acido cannabicromenico) rappresenta un passaggio nel percorso biosintetico dalle molecole precursori ai cannabinoidi “attivati”. Cos’è che differenzia un acido cannabinoidico da un cannabinoide? Il primo presenta un gruppo carbossilico in più che gli consente di esercitare diversi effetti nel corpo.
Esattamente come la maggior parte dei cannabinoidi creati attraverso reazioni enzimatiche, il CBCA deriva dalla “madre dei cannabinoidi”, il CBGA. Un enzima specializzato noto come acido cannabicromenico sintasi (CBCAS) catalizza una reazione[1] che trasforma il CBGA in CBCA. L’acido cannabinoidico funge quindi da precursore di altri due cannabinoidi.
La rimozione dell’anidride carbonica attraverso l’esposizione al calore (decarbossilazione[1]) converte il CBCA nel cannabinoide CBC. L’esposizione ai raggi UV trasforma invece il CBCA in acido cannabiciclolico (CBLA). Entrambe le molecole risultanti possono successivamente convertirsi in cannabiciclolo[1] (CBL) attraverso processi analoghi.
Sebbene il CBC compaia dopo in questa reazione, questo cannabinoide fu identificato per primo dai ricercatori nel 1966, due anni prima dell’isolamento chimico del CBCA. Il CBC si classifica come uno dei quattro principali fitocannabinoidi, insieme a THC, CBD e CBG. Tuttavia, queste tre controparti sono prodotte in quantità variabili[2] all’interno dei tricomi dei fiori di cannabis.
Curiosamente, il CBC inizia a formarsi nelle piante di cannabis prima ancora dell'inizio della fase di fioritura. Le concentrazioni di CBC raggiungono il loro picco poco dopo lo stadio di plantula, il che significa che la conversione enzimatica del CBCA in CBC avviene molto presto nel ciclo di crescita. Anche durante il picco di produzione, le concentrazioni di CBC raramente superano lo 0,2–0,3% di peso secco[2] nella maggior parte delle varietà.
Composti simili al CBC esistono anche altrove nel regno vegetale. Delle molecole estremamente vicine per struttura molecolare a questo cannabinoide sono state trovate nelle tradizionali specie vegetali cinesi[3]di Rhododendron anthopogonoides.
I ricercatori non dedicarono molto tempo all'analisi degli effetti collaterali del CBCA, molto probabilmente a causa delle sue basse concentrazioni nelle varietà di cannabis e alle restrizioni nella ricerca in questo campo. Tuttavia, investirono molto tempo e risorse nell’analisi delle proprietà del CBC.
Al momento, non ci sono prove concrete che il CBC abbia effetti collaterali rilevanti. Tuttavia, dovremo aspettare studi futuri per determinare se questo vale anche per il CBCA.
I ricercatori hanno studiato diversi membri della famiglia dei cannabinoidi per il loro potenziale effetto sull’uomo. Il CBCA non ha ancora ricevuto molte attenzioni, ma siamo certi che le cose cambieranno, soprattutto dopo le scoperte incoraggianti sugli acidi cannabinoidici CBDA e THCA.
Per il momento, dovremo accontentarci di rivolgerci al CBC per avere un’idea delle potenziali qualità del CBCA. Le prime ricerche suggeriscono che questo cannabinoide potrebbe avere alcune interessanti proprietà[4].
Il CBC può produrre questi effetti[4] agendo sul recettore CB2 del sistema endocannabinoide ed interagendo con i canali TRP. Il CBC ha un’affinità di legame debole con il recettore CB1, il che significa che non genera effetti collaterali psicoattivi. Il CBCA probabilmente condivide questo tratto non psicoattivo.
La maggior parte della legislazione relativa alle droghe non fa alcun riferimento al CBCA. Al momento, sul mercato non esistono prodotti commerciali isolati o varietà di cannabis ricche in CBC. Tuttavia, la legalità del CBCA probabilmente fluttuerà in futuro in base alla legalità della cannabis e della canapa. La Convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope (un trattato internazionale concepito per controllare determinate sostanze) non fa alcuna menzione del CBCA.
[1] Degenhardt, F., Stehle, F., & Kayser, O. (2017). The Biosynthesis of Cannabinoids. Handbook of Cannabis and Related Pathologies, 13–23. https://doi.org/10.1016/b978-0-12-800756-3.00002-8 [Fonte]
[2] Pollastro, F., Caprioglio, D., del Prete, D., Rogati, F., Minassi, A., Taglialatela-Scafati, O., Munoz, E., & Appendino, G. (2018). Cannabichromene. Natural Product Communications, 13(9), 1934578X1801300. https://doi.org/10.1177/1934578x1801300922 [Fonte]
[3] Iwata, N., & Kitanaka, S. (2011). New Cannabinoid-Like Chromane and Chromene Derivatives from Rhododendron anthopogonoides. Chemical and Pharmaceutical Bulletin, 59(11), 1409–1412. https://doi.org/10.1248/cpb.59.1409 [Fonte]
[4] Russo, E. B., & Marcu, J. (2017). Cannabis Pharmacology: The Usual Suspects and a Few Promising Leads. Cannabinoid Pharmacology, 67–134. https://doi.org/10.1016/bs.apha.2017.03.004 [Fonte]
[1] Degenhardt, F., Stehle, F., & Kayser, O. (2017). The Biosynthesis of Cannabinoids. Handbook of Cannabis and Related Pathologies, 13–23. https://doi.org/10.1016/b978-0-12-800756-3.00002-8 [Fonte]
[2] Pollastro, F., Caprioglio, D., del Prete, D., Rogati, F., Minassi, A., Taglialatela-Scafati, O., Munoz, E., & Appendino, G. (2018). Cannabichromene. Natural Product Communications, 13(9), 1934578X1801300. https://doi.org/10.1177/1934578x1801300922 [Fonte]
[3] Iwata, N., & Kitanaka, S. (2011). New Cannabinoid-Like Chromane and Chromene Derivatives from Rhododendron anthopogonoides. Chemical and Pharmaceutical Bulletin, 59(11), 1409–1412. https://doi.org/10.1248/cpb.59.1409 [Fonte]
[4] Russo, E. B., & Marcu, J. (2017). Cannabis Pharmacology: The Usual Suspects and a Few Promising Leads. Cannabinoid Pharmacology, 67–134. https://doi.org/10.1016/bs.apha.2017.03.004 [Fonte]