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Please insert a search term in the input field. If you have any question please contact usIl CBGA è noto come la “madre di tutti i cannabinoidi”, poiché agisce come precursore di tutti i membri della famiglia dei cannabinoidi. Ma il suo ruolo nella biosintesi dei cannabinoidi non è l’unica caratteristica che vale la pena esplorare. Il CBGA potrebbe anche avere applicazioni rilevanti per l’uomo. Continua a leggere per scoprirne di più.
Indice:
Il CBGA, o acido cannabigerolico, gioca un ruolo chiave nella creazione di tutti i cannabinoidi all’interno della canapa e della cannabis. È considerato come la “madre di tutti i cannabinoidi”, poiché cannabinoidi come CBD, CBC e THC non esisterebbero senza di esso. Senza CBGA, non esisterebbero altri cannabinoidi!
Il ruolo del CBGA nella biosintesi dei cannabinoidi ha però richiesto molto tempo per essere scoperto. Questo meccanismo è venuto alla luce alla fine degli anni ’90, circa trent’anni dopo la sua scoperta iniziale, per gentile concessione di alcuni scienziati giapponesi.[1] Ma probabilmente ora ti starai chiedendo in che modo esattamente un singolo composto possa aprire la strada ad oltre cento singoli cannabinoidi?
La storia del CBGA inizia durante le prime fasi dello sviluppo della pianta di cannabis. Attraverso una serie di reazioni chimiche, i tricomi della cannabis creano acido olivetolico (OA) e geranil difosfato (GPP). Queste molecole vengono poi convertite in CBGA.
Una volta sintetizzato, il CBGA può trasformarsi in diversi acidi cannabinoidi, a seconda dell’enzima che catalizza la reazione. La sintasi THCA, la sintasi CBDA e la sintasi CBCA convertono rispettivamente il CBGA in THCA, CBDA e CBCA.
Se esposto alle giuste condizioni, il CBGA può anche essere convertito nel cannabinoide CBG. Se esposto al calore, un gruppo carbossilico si stacca dalla molecola. Questo processo, noto come decarbossilazione, crea il CBG.
Il CBGA svolge anche altri ruoli fondamentali nella pianta di cannabis. Come metabolita secondario, aiuta a dirigere le risorse verso i fiori per la produzione di resina e semi. La molecola raggiunge questa impresa stupefacente supportando la morte cellulare programmata nelle foglie, che libera l’energia necessaria.
CBGA e CBG differiscono chimicamente, in quanto il primo è un composto acido presente solo nella materia prima vegetale, mentre il secondo è un decarbossilato. Per ora, le distinzioni significative tra questi cannabinoidi sembrano finire qui. Le ricerche sul CBG e sul CBGA sono in corso, ma al momento ne sappiamo poco.
Dato che gli scienziati hanno scoperto il ruolo del CBGA nella biosintesi dei cannabinoidi solo nel 1996, la nostra comprensione del composto è ancora limitata. Sappiamo che entrambi interagiscono con il corpo umano attraverso il sistema endocannabinoide (SEC) ed i suoi vari recettori. A quali recettori possano legarsi questi composti, ed in che misura, resta ancora da capire.
È incoraggiante il fatto che entrambi i composti sembrino non essere psicotropi, quindi non sono in grado di indurre uno sballo. Tuttavia, la mancanza di dati significa anche che non sappiamo se questi cannabinoidi interagiscano con i farmaci. Le prime indicazioni su CBGA e CBG sembrano positive, ma oggi non comprendiamo a sufficienza nessuno dei due per poterne confermare la sicurezza.[2]
Sebbene ne sappiamo poco, possiamo esaminare le ricerche disponibili per cercare di capire come il CBGA potrebbe funzionare nel nostro corpo:
• Alcune prime indicazioni suggeriscono che il CBG abbia una relazione unica con gli adrenocettori e con i recettori 5-HT. Questo suggerisce un’interazione potenzialmente simile con il CBGA.[3]
• Si ritiene che il CBG sia un agonista debole o parziale di CB1 e CB2,[4] ma la relazione è stata poco compresa e, pertanto, questo attributo non è sufficientemente dimostrato.
• Il CBGA svolge un ruolo cruciale nell’effetto entourage, un fenomeno in cui aumenta il potenziale combinato di cannabinoidi, terpeni ed altri composti all’interno della cannabis. Ad esempio, i prodotti con cannabinoidi a spettro completo sfruttano questo fenomeno per migliorare l’influenza generale sul benessere.
La ricerca sul CBGA è incredibilmente limitata e sono disponibili solo pochi studi attendibili:
• CBGA e diabete: Uno studio sulla rivista Fitoterapia ha esaminato l’effetto di una varietà ad alto contenuto di CBGA sull’enzima aldeide reduttasi, una molecola associata al diabete.[5]
• CBGA e metabolismo: Un documento del 2019 pubblicato in Biochimica et Biophysica Acta descrive in dettaglio la ricerca computazionale e cellulare che suggerisce come l’acido cannabigerolico possa legarsi ai recettori attivati da proliferatori perossisomiali (PPAR), che sono associati al metabolismo.[6]
• CBGA e cellule tumorali: In Israele i ricercatori hanno testato “estratti di cannabis non riscaldati (C2F), frazione 7 (F7) e frazione 3 (F3)” sulle cellule tumorali del colon.[7]
• CBGA e COVID-19: Due università dell’Oregon hanno collaborato per testare l’efficacia dei cannabinoidi contro il virus SARS-CoV-2.[8]
Sebbene possa sembrare che ci sia solo un interesse limitato per il CBGA, in realtà esiste una ragione pratica per questa scarsità di studi scientifici. Dato che l’acido cannabigerolico è il precursore di tutti i cannabinoidi, risulta incredibilmente difficile da isolare.
Tuttavia, dato il recente interesse per il CBGA proveniente dalla ricerca sul COVID-19, è molto probabile che vedremo una rinnovata attenzione alle sue applicazioni pratiche.
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[1] Taura F, Morimoto S, Shoyama Y. Purification and characterization of cannabidiolic-acid synthase from Cannabis sativa L.. Biochemical analysis of a novel enzyme that catalyzes the oxidocyclization of cannabigerolic acid to cannabidiolic acid. The Journal of Biological Chemistry. 1996;271(29):17411-17416. doi:10.1074/jbc.271.29.17411 [Fonte]
[2] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[3] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[4] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[5] Smeriglio A, Giofrè SV, Galati EM, et al. Inhibition of aldose reductase activity by Cannabis sativa chemotypes extracts with high content of cannabidiol or cannabigerol. Fitoterapia. 2018;127:101-108. doi:10.1016/j.fitote.2018.02.002 [Fonte]
[6] D’Aniello E, Fellous T, Iannotti FA, et al. Identification and characterization of phytocannabinoids as novel dual PPARα/γ agonists by a computational and in vitro experimental approach. Biochimica Et Biophysica Acta General Subjects. 2019;1863(3):586-597. doi:10.1016/j.bbagen.2019.01.002 [Fonte]
[7] Nallathambi R, Mazuz M, Namdar D, et al. Identification of Synergistic Interaction Between Cannabis-Derived Compounds for Cytotoxic Activity in Colorectal Cancer Cell Lines and Colon Polyps That Induces Apoptosis-Related Cell Death and Distinct Gene Expression. Cannabis and Cannabinoid Research. 2018;3(1):120-135. doi:10.1089/can.2018.0010 [Fonte]
[8] van Breemen RB, Muchiri RN, Bates TA, et al. Cannabinoids Block Cellular Entry of SARS-CoV-2 and the Emerging Variants. Journal of Natural Products. Published online January 10, 2022. doi:10.1021/acs.jnatprod.1c00946 [Fonte]
[1] Taura F, Morimoto S, Shoyama Y. Purification and characterization of cannabidiolic-acid synthase from Cannabis sativa L.. Biochemical analysis of a novel enzyme that catalyzes the oxidocyclization of cannabigerolic acid to cannabidiolic acid. The Journal of Biological Chemistry. 1996;271(29):17411-17416. doi:10.1074/jbc.271.29.17411 [Fonte]
[2] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[3] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[4] Nachnani R, Raup-Konsavage WM, Vrana KE. The Pharmacological Case for Cannabigerol. The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics. 2021;376(2):204-212. doi:10.1124/jpet.120.000340 [Fonte]
[5] Smeriglio A, Giofrè SV, Galati EM, et al. Inhibition of aldose reductase activity by Cannabis sativa chemotypes extracts with high content of cannabidiol or cannabigerol. Fitoterapia. 2018;127:101-108. doi:10.1016/j.fitote.2018.02.002 [Fonte]
[6] D’Aniello E, Fellous T, Iannotti FA, et al. Identification and characterization of phytocannabinoids as novel dual PPARα/γ agonists by a computational and in vitro experimental approach. Biochimica Et Biophysica Acta General Subjects. 2019;1863(3):586-597. doi:10.1016/j.bbagen.2019.01.002 [Fonte]
[7] Nallathambi R, Mazuz M, Namdar D, et al. Identification of Synergistic Interaction Between Cannabis-Derived Compounds for Cytotoxic Activity in Colorectal Cancer Cell Lines and Colon Polyps That Induces Apoptosis-Related Cell Death and Distinct Gene Expression. Cannabis and Cannabinoid Research. 2018;3(1):120-135. doi:10.1089/can.2018.0010 [Fonte]
[8] van Breemen RB, Muchiri RN, Bates TA, et al. Cannabinoids Block Cellular Entry of SARS-CoV-2 and the Emerging Variants. Journal of Natural Products. Published online January 10, 2022. doi:10.1021/acs.jnatprod.1c00946 [Fonte]